È botta e risposta tra l’Associazione dei produttori automobilistici europei (Acea) e la Commissione europea Frans Timmermans sulla proposta giunta da Bruxelles di ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) delle nuove auto entro il 2035. Secondo i referenti Acea, l’ipotesi equivale al divieto di immatricolare auto con motori termici dopo quella data e sarebbe, di fatto, “non razionale”. Definizione smentita, invece, dal vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, secondo cui, invece, “l’industria dell’auto si adeguerà alle nuove norme, anche perché c’è l’interesse dei consumatori”.
Il problema, fa notare l’Acea, è che le proposte contenute nel pacchetto ‘Fit for 55’ e che riguardano gli autoveicoli non sono interessanti per i consumatori perché escludono soluzioni egualmente utili per la transizione ecologica, ma più accessibili. “tutte le opzioni – afferma l’Acea – inclusi motori termici altamente efficienti, ibridi e i veicoli a idrogeno, debbono poter svolgere il ruolo nella transizione verso la neutralità climatica”. La riduzione a zero delle emissioni delle automobili dal 2035, la proposta legislativa della Commissione, equivale di fatto a vietare la vendita di auto a benzina e diesel, ma anche le tecnologie ibride. Attualmente, solo i veicoli elettrici sarebbero in grado di soddisfare questo requisito.
Per questa ragione, i produttori automobilistici chiedono alle istituzioni europee di concentrarsi sull’innovazione piuttosto che imporre o vietare una tecnologia specifica, come ribadito da Oliver Zipse, Ceo di Bmw e presidente di ACEA. È lui stesso a ribadire che l’obiettivo di ridurre il tetto di emissione di CO2 del 55% nel 2030, rispetto ai 95 grammi attualmente autorizzati (e tali da permette una riduzione del 37,5% entro tale data) è da considerare molto ambizioso dai produttori. “L’attuale proposta per una riduzione ancora maggiore delle emissioni di CO2 entro il 2030 richiede un ulteriore massiccio aumento della domanda di mercato di veicoli elettrici entro un breve periodo di tempo – ha spiegato – Senza un aumento significativo degli sforzi di tutte le parti interessate, compresi gli Stati membri e tutti i settori coinvolti, l’obiettivo proposto non è praticabile”.