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“I ministri Giorgetti e Cingolani dimostrano ancora una volta di non avere ben chiaro quali dovrebbero essere le priorità dell’Italia in temi di trasporti e mobilità”. E’ quanto scritto in una lettera inviata ai ministri da 22 associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, Legambiente, Salvaiciclisti e Fiab.
Queste ultime, nello specifico, contestano gli incentivi (per l’acquisto di vetture elettriche, ibride e diesel) al settore dell’automotive. “L’Italia, firmataria dell’accordo di Parigi e co-host dell’ultima conferenza sul clima – sottolineano – non sta facendo abbastanza per ridurre rapidamente le emissioni di gas effetto serra. I fondi del Pnrr per la transizione ecologica sono pochi e male allocati” – hanno specificato rimarcando che se si vuole “disicutere seriamente di riconversione e riqualificazione” urgono misure diverse.
Tra queste, specificano, l’aumento sostanziale degli investimenti in infrastrutture e politiche per la mobilità attiva (bici, piedi) e condivisa (Tpl, sharing mobility, ma anche interventi sul comparto automotive e in particolare fissare obiettivi come quello di abbattere in modo rapido il tasso di motorizzazione, dimezzandolo nel medio termine, accompagnando l’industria italiana verso una mobilità adatta al 21° secolo, che possa rispondere concretamente all’emergenza climatica e a quella dell’inquinamento dell’aria. Ma non solo, tra le proposte anche quella di destinare le risorse pensate per gli eco-incentivi a sostenere invece lo shift modale nelle città italiane.
L’idea, dichiarano infine, è quella di “incentivare chi rottamando un’auto inquinante, la sostituisce con altro mezzo di trasporto sostenibile o che accetti in cambio un pacchetto di abbonamenti di tipo pluriennale al trasporto pubblico o ai servizi di sharing per il proprio nucleo familiare” – hanno concluso.