Mobilità e futuro: le strade saranno “smart” e connesse alle auto

La mobilità del futuro avrà al centro la connettività delle strade oltre che delle auto. E’ quanto emerso da una ricerca effettuata dall’Osservatorio Smart&Connected Cars, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. Nonostante il momento difficile del settore automotive, piegato dalla crisi economica legata all’emergenza sanitaria, si continua a guardare al futuro con speranza, ma soprattutto con idee innovative pronte ad essere funzionali per gli autisti. Le speranze sono sicuramente tutte legate alle nuove tecnologie. A fare da monito, infatti, lo studio effettuato dai ricercatori del Politecnico attraverso il quale sono stati analizzate diverse tematiche riguardanti il presente e il futuro dell’auto.

Lo studio, dal titolo “Connected Car & Mobility: un nuovo inizio” ha avuto come obiettivo primario quello di valutare il mercato italiano del 2019 per poterne comprendere le direzioni. Secondo i dati emersi c’è stato un incremento del 14% delle auto connesse, per un valore di 1,2 miliardi di euro e un totale del 42% del parco circolate. Nello specifico, ad installare a bordo della propria vettura una scatola nera per fini assicurativi, sono stati il 63% degli automobilisti intestatari di vettura. Risultano in crescita anche sim integrate e tecnologie bluetooth. I numeri, stando ai dati, sono tutti destinati a salire. Questo non solo per un aumento graduale dei sistemi di connettività nelle auto, ma anche per la eCall (chiamata automatica di emergenza) diventata obbligatoria da marzo 2018 e per l’obbligo, inoltre, di alcuni sistemi di assistenza alla guida a partire dal 2022. Secondo gli studi, i sistemi di assistenza alla guida (ADAS), sono tra le tecnologie smart più presenti sulle vetture. Essi apportano infatti maggiore sicurezza oltre che una notevole riduzione degli incidenti.

I dati, secondo gli stessi, partendo proprio da queste tecnologie, parlano chiaramente di quello che sarà il futuro dell’automobile, ovvero: più saranno connesse le auto, più ci sarà bisogno di rendere smart e connesse anche le strade. Un altro tema chiave dello studio ha riguardato proprio questo fattore. Le strade, stando ai dati, nei prossimi anni subiranno una trasformazione che le renderà vere e proprie “Smart Road”.

La notizia era già stata annunciata da ANAS recentemente: “3mila chilometri di strade italiane diventeranno smart entro il 2030” – aveva dichiarato l’azienda. L’idea è quella di permettere ai veicoli  di dialogare sia tra loro, sia con le stesse infrastrutture al fine di poter ampliare sempre più le frontiere della sicurezza stradale. A dicembre 2019, solo il 9% dei comuni con più di 80mila abitanti, non ha ancora avviato i progetti legati alla Smart Mobility, fattore che lascia presagire un cambiamento che, di fatto, è già in corso, ma avrà bisogno di tempo per essere presente in tutte le città.

Fondamentali, per questo cambiamento, saranno indubbiamente le connesisoni V2X. Con esse le vetture potranno condividere in tempo reale i dati permettendo così di sincronizzarsi e coordinarsi autonomamente, anche in scenari che comprendano alta densità di traffico. Ovviamente, come già annunciato dagli stessi esperti, si tratta ancora di idee quasi embrionali che però, sono in fase di lavorazione. Secondo gli studiosi servirà incrementare le reti di comunicazione di supporto per la connessione, attualmente basata sullo standard ETSI ITS-G5 e la tecnologia cellulare C-V2X. A questo però dovranno essere aggiunti altri step necessari affinché l’idea si renda concreta.  La certezza per ora è che il futuro dell’automotive, comprendente anche le strade, sarà necessariamente connesso con obiettivi primari sia la sicurezza, sia una concezione “smart” del viaggio in auto che renderà sempre più “cooperativo” il rapporto tra autista, vettura e infrastruttura.

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