Presidente Commissione Traffico e Circolazione Aci Bari-Bat
Un percorso avviato in punta di piedi e giunto, anno dopo anno, alla presidenza della Commissione Traffico e Circolazione dell’Automobile Club Bari-Bat. Elisabetta Venezia è una donna solare, docente di Economia dei Trasporti, Economia della Mobilità e Valutazione economica degli Investimenti all’interno del dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Bari. È lei a raccogliere il testimone di una presidenza a lungo detenuta da Nicola Chieco, di cui ammira il ruolo di faro e sul cui supporto è convinta di poter contare, al di là di qualsiasi passaggio di carica.
Da dove inizia il suo percorso all’interno di Aci Bari-Bat?
Il mio avvicinamento a questo mondo è avvenuto intorno ai primi anni 2000 quando, terminato un dottorato di ricerca che mi aveva portato a lavorare sul tema dei trasporti tra Bari, Trieste e Londra, ho chiesto all’Automobile Club Bari-Bat di poter entrare come semplice uditore all’interno della commissione Traffico e Circolazione: ciò che mi interessava era toccare con mano la tematica in termini operativi. Da lì, con il trascorrere del tempo, è arrivato il mio ingresso ufficiale nella commissione e poi la carica di vice presidente al fianco dello storico presidente Chieco. Adesso, infine, questo passaggio di testimone. Si tratta di un traguardo importante per me, che mi onora molto ma che ritengo poco più che un passaggio formale: ho chiesto, infatti, a Nicola Chieco di rimanere al mio fianco perché credo che questa commissione non possa fare a meno della sua figura di faro, di guida e di memoria storica.
Qual è il lavoro che ogni giorno svolge la Commissione Traffico e Circolazione e quale la sua importanza?
Si tratta di un organo che opera all’interno dell’Aci Bari-Bat e che viene consultato in relazione a determinate tematiche e questioni. La commissione si riunisce per confrontarsi su necessità particolari che afferiscono alle macro-tematiche di traffico, circolazione, sicurezza e mobilità e lo fa attraverso uno scambio costruttivo tra persone e professionalità differenti ed eterogenee: economisti, ingegneri, docenti. Ciò ci consente di analizzare il tema oggetto del confronto da più punti di vista e dare pareri complessivi. Di fianco a questa attività di tipo ordinario, da diversi anni ci occupiamo in maniera specifica al tema della sicurezza stradale, che cerchiamo di sviluppare attraverso progetti e iniziative che coinvolgano le nuove generazioni a partire dall’età dell’infanzia. Ancora, organizziamo giornate di studio su temi specifici di nostra competenza: si tratta di incontri più istituzionali e di approfondimento scientifico, in cui la materia viene analizzata intorno ad un tavolo da soggetti esperti dei più svariati ambiti.
Sicurezza stradale nel nostro territorio: quanto si è fatto e quanto si può ancora fare per mantenere alta l’attenzione su questo delicato tema? Quali, soprattutto, le direzioni degli interventi?
In questi anni è stato fatto moltissimo, da noi e dai tanti soggetti che, come noi, operano sul territorio in questo campo. Mi piacerebbe però che, dietro alle iniziative dedicate alla sensibilizzazione alla sicurezza stradale ci sia una regia comune: sono tantissime le associazioni che si occupano di questo e, a mio avviso, un coordinamento e una collaborazione tra tutte sarebbe il modo per valorizzare al massimo la mission senza sminuire il lavoro di ciascuno. Al di là di questo, io credo il problema non sia la mancanza di strumenti o di idee, quanto la difficoltà nel recepimento da parte del pubblico. Purtroppo, noi stessi constatiamo come tanti comportamenti scorretti siano spesso frutto di mal costume radicato nel tempo e nell’educazione delle persone, a tutte le età. Fortunatamente tanti comportamenti sono mutati grazie ad iniziative di successo come, per esempio, l’introduzione dei park&ride cittadini, ma non si può mai abbassare la guardia, occorre lavorare sempre sul comportamento sociale. Ecco perché la nostra idea è che l’educazione sia alla base di tutte le iniziative: bisogna lavorare a partire dall’infanzia per far comprendere che l’utente della strada non è solo l’automobilista e che tutti, ciascuno nel proprio ruolo, devono rispettare le regole. In questo mio mandato, dunque, voglio puntare molto sulla sensibilizzazione lavorando all’interno delle scuole e fin dalla prima infanzia.