Rapporto Bes 2020, sicurezza stradale e mobilità sostenibile tra gli indicatori di benessere

Foto da Lifegate.com

Per vivere bene bisogna investire su mobilità sostenibile e sicurezza stradale. E’ quanto emerso dalla terza edizione della Relazione sugli Indicatori di Benessere Equo e Sostenibile 2020 (Bes), inviata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze alle competenti commissioni parlamentari.

Dall’istruzione, alla qualità e sostenibilità dell’ambiente, fino ad arrivare alle relazioni sociali e all’accoglienza, ma anche alla ricerca e innovazione della qualità dei servizi, alla presenza in politica di donne e giovani e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Sono solo alcuni dei sessantasei “indicatori di benessere” inseriti all’interno del Bes delle province, che ogni anno ha il compito di analizzare l’evoluzione degli indicatori di benessere equo e sostenibile sulla base degli effetti dell’ultima legge di bilancio.

Nello specifico, dall’ultimo report, è emerso che il reddito disponibile è cresciuto, con un calo delle disuguaglianze e, per quanto riguarda nel dettaglio l’argomento mobilità sostenibile, sono calate le emissioni.

Si tratta di notizie positive che però non tranquillizzano ancora le istituzioni, in quanto molta è la strada da percorrere ancora per ottenere risultati ottimali soprattutto nell’ambito della sicurezza stradale e nella sensibilizzazione al tema della mobilità sostenibile, a maggior ragione, secondo le istituzioni, in vista della presenza di questi temi, così tanto discussi, tra i sessantasei indicatori di benessere equo e sostenibile.

La Legge di Bilancio 2020, infatti, ha dedicato particolare attenzione all’ambiente, con nuovi fondi per il Green New Deal, destinati al finanziamento di investimenti per la sostenibilità ambientale e di conseguenza, i primi passi verso un’imposizione fiscale maggiormente orientata verso la salute e la riduzione dell’inquinamento. Le stime presenti nella Relazione 2020 indicano dati positivi, ovvero che le emissioni pro-capite di CO2 diminuiranno ulteriormente nel prossimo triennio, da 7,3 tonnellate nel 2018 a 7,1 tonnellate nel 2021 e 2022. Ma gli obiettivi guardano ancora più lontano.

Ad oggi, la situazione, non risulta uguale in tutte le province, ve ne sono infatti molte che restano ancora indietro rispetto a città metropolitane o province nelle quali questi temi sono stati maggiormente presi in considerazione dalle politiche locali e regionali.  In merito, il governo illustrerà i propri obiettivi aggiornati per gli indicatori BES in un allegato al documento di Economia e Finanza nel mese di aprile.

“Gli indicatori di benessere –  ha sottolineato in un’intervista Paola D’Andrea, presidente nazionale del Cuspi, Coordinamento degli Uffici di statistica delle Province – sono uno strumento importante per valutare la situazione di ogni comunità locale, i punti di forza e di debolezza su cui intervenire. Aiutano a capire come è posizionato un territorio rispetto a vari parametri, consentendo agli amministratori di attuare miglioramenti in alcuni servizi per adeguarli maggiormente alle esigenze dei cittadini. Province e Città metropolitane hanno così un quadro completo che le aiuta a comprendere il livello di benessere dei propri territori, valutando anche gli effetti delle azioni messe in campo e le eventuali nuove azioni da intraprendere” – ha concluso.

 

 

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