In qualsiasi tour della Puglia e, in particolare della Valle d’Itria, non si può pensare di perdersi Cisternino che, con i suoi 11mila abitanti circa, è uno dei borghi più affascinanti di tutta l’area, in cui è uno spettacolo tipicamente pugliese perdersi tra i vicoli e le piazzette. Una passeggiata nel centro storico di Cisternino funge quasi da tuffo nel passato: si respira l’aria di una volta e il profumo della carne cotta sui fornelli al di fuori delle macellerie, mentre si resta affascinati da uno spettacolo quasi orientale, dovuto ad un’architetture istintiva, non pianificata, che caratterizza il centro storico.
La storia di questo meraviglioso borgo risale a tempi lontani e ne spiega il nome. Il colle calcareo a circa 400 metri di quota fu scelto già dagli antichi Messapi per un insediamento, che i romani ribattezzarono Sturni(n)um e fu poi distrutto dai Goti. Il paese fu poi ricostruito dai monaci basiliani nel medioevo: furono loro che diedero all’abitato il nome di Cis-turninum, ovvero al di qua di Sturninum. A seguire, dal borgo passarono angioini, veneziani, turchi.
Nella visita di Cisternino, è suggestivo partire da piazza Garibaldi, su cui prospetta da un lato la Villa comunale e dall’altro la Torre Grande con la Porta Grande e la Chiesa Madre. Quest’ultima, quadrangolare, fu voluta forse dalle maestranze normanne e da quelle di Federico II: era un naturale punto di avvistamento su tutta la valle d’Itria, che immaginiamo non essere cambiata molto da allora – il rosso della terra, i verde degli ulivi e dei fichi, le case bianche. Il panorama più bello, da queste parti, si ammira dal belvedere alle spalle della Villa Comunale. Fra la torre e la Chiesa Madre c’era un tempo un edificio, all’interno del quale era ritagliata Porta Grande, il più importante accesso al centro storico. Questa porta sopravvive, nonostante l’edificio non esista più.
Durante la camminata per i vicoli, non si può trascurare la Chiesa Madre, intitolata a San Nicola ed edificata in epoca romanica. Non tanto per la facciata rimaneggiata più volte nei secoli, quanto per scoprire i resti dell’antica chiesa, un fonte battesimale cinquecentesco e soprattutto per un capolavoro rinascimentale conservato lungo la navata destra: è la bellissima Madonna con bambino scolpita in pietra nel 1517 da Stefano di Putignano per Paolo Longo e suo fratello. La Vergine tiene in grembo Gesù con un piccolo cardellino; i due committenti sono inginocchiati in supplica. È forse il tesoro d’arte più pregevole di Cisternino.
Ma il vero fascino di questo borgo risiede nel girovagare tra le case dell’Isule(Isola) e degli altri antichi quartieri (Bère Vècchie, Scheledd, u Pantène) che si estendono al di là della Chiesa Madre e della Torre Grande. Nel tour dei vicoli, prima o poi si passa da piazza Vittorio Emanuele, con la sua Torre dell’orologio (luogo ideale per prendere un aperitivo e assaporare la vita di paese); da via Santa Maria di Costantinopoli, dove si ammirano due testimonianze di devozione popolare, la Madonna del falegname (un dipinto su tavola) e una traccia di affresco sempre della Vergine; dai tanti palazzi che raccontano la storia civile di Cisternino, da quello del Governatore fino a palazzo Cenci, palazzo Lagravinese e palazzo Pepe.
Lungo il cammino, si scopre la bellezza delle case addossate le une alle altre, unite da archi, intervallate da scale e scalette esterne, ornate da balconcini e maschere in pietra: un capolavoro di architettura popolare dettata dalla sapienza di muratori e scalpellini rimasti senza nome.
(foto: borghipiubelliditalia.it)