Auto elettriche, ecco quanto costa ricaricare alle colonnine in Italia

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Tanti operatori, ma anche tanti dubbi sul costo della ricarica alle colonnine per le auto elettriche. Una delle motivazioni che spinge i cittadini ad optare per la mobilità tradizionale e non per quella elettrica è indubbiamente l’incertezza in merito ad alcune questioni, tra cui il costo della manutenzione e, più in particolare, proprio il prezzo della ricarica alle colonnine. Si tratta, infatti, di un aspetto fondamentale. Secondo le statistiche, l’80% dei possessori di auto elettriche fa tutto in casa, ma c’è in contemporanea un aumento delle vendite di auto ricaricabili e del circolante che sta portando gli operatori ad accelerare con l’intenzione di allargare l’offerta dei punti di ricarica sul territorio.

Oggi, in Italia, ci sono circa 23mila colonnine pubbliche. Al vaglio degli esperti c’è uno studio sulle nuove tariffe accompagnate, inoltre, da forme di pagamento sempre più semplici e chiare. In particolare, dopo il tentativo con la tariffazione al kWh sta tornando l’idea di spingere sugli abbonamenti e sulla Flat, entrambi strumenti utili per fidelizzare la clientela (ormai in continuo aumento). In Italia, ad oggi, il più grande operatore è Enel X che ha all’attivo oltre 13mila colonnine e un sistema di tariffazione che è diventato più articolato rispetto a due anni fa. Il prezzo è 0,40 euro al kWh fino a 22 k di potenza, 0,50 euro per quelle fino a 50 k e 0,79 per le stazioni ultrafast dedicate alle auto fino a 350 kh.  Sul suolo italiano c’è anche BeCharge che ha invece all’attivo oltre 5.700 punti di ricarica, ma sono in realtà molti di più per via dell’interoperabilità con gli altri operatori.

Le tariffe sono molto simili a quelle di Enel X, si va infatti da 0,45 euro /kWh per le colonnine a corrente alternata e 0,50 euro/kWh per quelle a corrente continua. Ci sono poi le tariffe Flat, quattro in particolare. Tra queste la Be Electric da 175 euro per 500 kWh al mese (pari a 0,35 euro/kWh), la Be Large 250 a 90 euro mensili per 250 kWh (0,36 euro/kWh), la Be Regular 100 a 38 euro per 100 kWh (0,38 kWh/100 km) e infine la Be Light 50 a 20 euro per 50 kWh (0,40 euro/kWh). Tra gli altri operatori in Italia c’è poi A2A, presente soprattutto in Lombardia con oltre mille punti di ricarica previsti con modalità sia per privati, sia per liberi professionisti e con tariffe a consumo e Flat. Con le prime si paga 0,37 euro/kWh per le colonnine da 22 kW e 0,47 euro/kWh per quelle da 50 kW a corrente continua. Il prezzo varia all’interno del territorio del Comune di Milano dove ci sono aree in cui si paga a tempo, escluse le Isole Digitali, dove la ricarica è gratis fino a 3 ore.

Ci sono poi diverse reti dedicate solo a veicoli di marche specifiche, è il caso della Tesla che rifornisce solo veicoli della propria rete. La casa automobilistica ha da poco aperto la propria rete anche alle altre autovetture, ma si tratta di una sperimentazione avviata in Olanda e non ancora attuata in Italia. Il prezzo è di 0,59 euro/KWh o in abbonamento a partire da 13 euro con prezzi al kWh più convenienti. Infine, su suolo italiano c’è il circuito Ev Way che punta in particolare alle strutture private e all’interoperabilità per espandere la propria rete. Il circuito comprende oltre 200mila punti di ricarica con tariffe che variano da operatore a operatore. Nello specifico, presso le colonnine a corrente alternata il costo è di 0,40 euro/kWh  a cui vanno aggiunti 4 euro l’ora dopo le prime 4 ore, nella fascia oraria che va dalle ore 8 alle 23:59 e 1 euro di commissione. Un metodo che incoraggia il rifornimento nelle ore notturne.

Per le colonnine ad alta potenza il costo è invece di 0,45 euro/kWh. A questo vanno aggiunti 10 euro all’ora, anche nelle ore notturne. L’accesso alla colonnina avviene sia tramite applicazione, sia tramite un particolare portachiavi magnetico. In entrambi i casi si può pagare istantaneamente, a fine mese o addirittura in anticipo acquistando delle unità di costo da 0,01 euro, denominate “coccinelle”. Il prezzo, in sintesi, varia da operatore a operatore, con una modalità che ricorda molto quella dell’auto tradizionale.

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One Comment

  • Nonostante sia aumentata la diffusione di auto elettriche, e di colonnine per la ricarica, vi è ancora poca conoscenza o diffusione di informazioni circa l’utilizzo di questi veicoli. Grazie ai dati riportati in questo articolo, è possibile dare dimostrazione di quanto sia ampia la scelta di fornitura, facendo apparire i veicoli elettrici come automobili “tradizionali” e non come vetture inarrivabili dalla gestione difficile.

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