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Il boom delle auto elettriche è intralciato da norme poco severe. E’ quanto emerge dal rapporto stilato da Transport &Environment, organizzazione no-profit con sede a Bruxelles, secondo il quale, se gli obiettivi fissati dall’Unione Europea non dovessero cambiare, si rischierebbe uno stop della transizione all’elettrico.
In particolare, secondo l’organizzazione, i piani di riduzione delle emissioni in vigore oggi, appaiono talmente deboli da costituire un freno per l’espansione. Per tale ragione occorrerebbe un intervento da parte dei legislatori affinché il boom delle auto elettriche possa non essere intralciato in un momento in cui è necessario invece che si espanda per fare spazio alla nuova mobilità.
“E’ arrivato il momento di fissare obiettivi adeguatamente ambiziosi – ha dichiarato Carlo Tritto, policy officer di T&E Italia -se vogliamo scongiurare lo spettro di un decennio perduto nella corsa alla decarbonizzazione del settore. Ciò è ancora più importante per l’Italia, che ha tassi di motorizzazione tra i più alti d’Europa. Le auto da sole rappresentano il 16% delle emissioni aggregate dell’economia. È ora di agire” – ha concluso.
Secondo quanto previsto dalle norme UE, i costruttori delle auto sono tenuti a tagliare le emissioni di CO2 dei nuovi veicoli in commercio, i numeri sono del 15% entro il 2025 e del 37,5 % entro il 2030. In estate però, con il pacchetto “Fit for 55” la Commissione Europea ha alzato il tiro, ponendo come obiettivo che entro il 2030 le nuove auto emettano il 55% in meno di C02 rispetto al 1990. Lo step successivo è quello del 2035, quando sarà vietata la vendita delle vetture a combustione interna. Secondo le stime dell’organizzazione l’obiettivo del 2025 potrebbe essere raggiunto anche con due anni di anticipo. Per poter raggiungere i traguardi, sostiene ancora l’organizzazione “I Paesi membri dovrebbero tagliare le emissioni del comparto automotive dell’80% entro la fine del decennio, fissando una soglia intermedia da varcare nel 2027”.
A questo però fanno da contraltare alcune lacune delle leggi europee che permettono ai costruttori di auto di interpretare norme di interpretare norme nel perfetto rispetto delle direttive. Le aziende, di fatto, possono fruttare alcune flessibilità per raggiungere gli obiettivi prefissati. Queste nome favoriscono la vendita dei veicoli più pesanti, dunque altamente inquinanti.
“Queste lacune legislative – ha spiegato ancora l’organizzazione – sfruttate in modo particolare da Daimler e BMW, hanno determinato solo quest’anno minori vendite di auto completamente elettriche nella misura di 840.000 unità”. In sintesi, per via di questa strategia, tutti i produttori sono stati capaci di rispettare gli obiettivi sulla CO2 per il 2021, registrando però un incremento delle emissioni per le auto a benzina e diesel notevole rispetto a cinque anni fa. Un bilanciamento dei conti che, di fatto, non fa bene al pianeta e contribuisce ad un incremento attuale dei veicoli inquinanti.