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Bloccare l’aumento biennale delle sanzioni al Codice della Strada che scatterà il primo gennaio 2023, perché a causa dell’inflazione e in particolare dell’indice Foi, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, “ad oggi si prospetta una stangata con un +10% rispetto agli importi attuali”. È l’appello dell’Asaps, Associazione sostenitori Polstrada, alle forze politiche impegnate in campagna elettorale.
“Premesso che siamo, come sempre, per il rispetto del Codice della Strada e per la legalità – sottolinea Giordano Biserni, presidente dell’Asaps – corre l’obbligo di ricordare come oggi, di fronte a una situazione economica veramente critica, post emergenza Covid, con una situazione terribile per gli aumenti di bollette e prezzi in generale, a causa del conflitto in Ucraina, si rischia che le multe rimangano grida manzoniane, perché questi aumenti esaspereranno gli automobilisti e non verranno mai pagate o solo in minima parte, come dimostrato dai cali di incassi del bilancio dello Stato e degli enti locali, in materia di riscossione volontaria. Si rischia il ‘default’ stradale”.
Un divieto di sosta passerebbe dagli attuali 42 euro a 46, l’uso del cellulare alla guida da 165 euro a 181, medesimo importo per il superamento dei limiti di velocità tra 10 e 40 km/h, mentre la stessa violazione della fascia tra 40 e 60 km/h andrebbe da 543 a 597 euro, un accesso abusivo alle zone a traffico limitato o il transito non autorizzato su una corsia riservata al trasporto pubblico da 83 a 91 euro.