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Niente più obbligo per bus e camion che circolano a Milano di avere i sensori per gli angoli ciechi: il Tar della Lombardia ha infatti “annullato integralmente” i provvedimenti presi dal Comune di Milano dopo una serie di incidenti mortali per proteggere pedoni e ciclisti. Sono stati due i ricorsi presentati da aziende di trasporti e Assotir contro le norme che dal primo ottobre (con alcune deroghe) impedivano l’ingresso in area B, la ztl che corrisponde alla gran parte della città. Ricorsi che sono stati uniti e accolti dalla terza Sezione del tribunale amministrativo.
Secondo il Tar, infatti, il Comune non ha le competenze per normare in materia di circolazione stradale per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza, su cui ha competenze “esclusive” lo Stato. Nella sentenza si sottolinea che “il codice della strada ha accentrato presso gli organi centrali, con scelta esente da profili di manifesta incongruità, l’omologazione e l’approvazione sia dei dispositivi di controllo e regolazione del traffico” sia “dei dispositivi ulteriore di marcia”.
Le Regioni possono intervenire su temi che riguardano la tutela della salute, i comuni possono “istituire aree a traffico limitato nei centri abitati (Aree B e C di Milano nel caso di specie) per ‘esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale”. E in questo caso “è palese che un dispositivo volto a scongiurare incidenti in danno di pedoni e ciclisti risponda ad un’esigenza di ordine pubblico e sicurezza, del tutto estranea a componenti incidenti sull’ambiente e i beni culturali ma invece ‘funzionale alla tutela dell’incolumità personale’ per ‘prevenire una serie di reati (…) come l’omicidio colposo e le lesioni colpose'”.
E’ insorta l’opposizione di centrodestra che ora chiede risarcimenti per i “pesanti costi” sostenuti da chi ha già montato, o comunque acquistato i sensori, richiesta preannunciata anche dalla Federazione Autotrasportatori Italiani di Milano. Il Comune dal canto suo è “orientato” a fare ricorso al Consiglio di Stato, ha spiegato l’assessora alla Mobilità Arianna Censi che considera i divieti “essenziali” per proteggere chi va a piedi o in bici. E proprio per questo ha rilanciato chiedendo al governo di prendere una iniziativa che “non è più rimandabile” ovvero “introdurre questa misura in tutte le città”.