
Dalla storia millenaria agli scorci mozzafiato. Oggi siamo Canosa di Puglia, una gemma della Daunia che racchiude millenni di storia nel cuore del Tavoliere delle Puglie. Passeggiare per le sue strade significa attraversare epoche, tra i silenzi degli ipogei Dauni, la raffinatezza ellenistica, la grandiosità romana e la solennità medievale. Questa città non offre un solo volto, ma un mosaico complesso e stratificato di identità, che la rende uno dei centri archeologici più affascinanti del Mezzogiorno italiano.
Le radici di Canosa affondano nella preistoria, ma è con la civiltà dei Dauni che la città comincia a strutturarsi come centro d’élite. Gli ipogei funerari, vere e proprie architetture sotterranee scavate nella roccia, ci parlano di una nobiltà locale attenta alla ritualità della morte, e ci lasciano decorazioni architettoniche e pittoriche dal sorprendente stato di conservazione. La Canosa preromana, secondo la leggenda, fu fondata dall’eroe omerico Diomede, e ben presto entrò nella sfera d’influenza della Magna Grecia, dando vita a una città fiorente e sofisticata, dotata di una propria monetazione.
Nel 318 a.C., Canusium ebbe la lungimiranza di allearsi con Roma, conservando però autonomia culturale ed economica. Durante la seconda guerra punica, fu alleata fedele dell’Urbe, anche dopo la tragica disfatta di Canne, poco distante. Il vero apogeo si ebbe in età imperiale: sotto Antonino Pio divenne la Colonia Aurelia Augusta Pia Canusium, arricchendosi di terme, templi, vie monumentali e grandiosi edifici pubblici. A differenza di molte città romane, Canosa non scomparve con la crisi del III secolo, ma seppe trasformarsi e divenne capitale amministrativa nella riforma di Diocleziano. Anche il tardo antico la vide protagonista, sia sul piano economico che religioso, sviluppando contatti con il mondo bizantino, ben visibili nell’architettura cristiana della città.
A testimoniare l’importanza di Canosa sono soprattutto i suoi siti archeologici diffusi, visitabili in piena libertà passeggiando per la città. Due sono i complessi principali. Il Parco archeologico di San Leucio, situato su un colle tra ulivi e silenzio, conserva i resti della più grande basilica paleocristiana della Puglia, del VI secolo, realizzata riutilizzando un tempio pagano ellenistico dedicato a Minerva. Accanto, un altro tempio, questa volta romano e dedicato a Giove Toro, svela la monumentalità imperiale. Nell’Antiquarium, tra colonne e capitelli, si respira l’evoluzione architettonica della città. Il secondo polo è il Parco di San Giovanni, nel cuore del centro urbano. Qui si trovano i resti del battistero paleocristiano e di due antiche basiliche. L’area sorge lungo il tracciato dell’antica via Traiana, della quale rimangono tratti pavimentati e un arco celebrativo di Traiano. Poco fuori città, la strada attraversava l’Ofanto grazie a un ponte romano, ricostruito in età medievale ma ancora oggi percorribile.
Oltre ai due parchi, Canosa custodisce autentici gioielli nel suo tessuto urbano. Due complessi termali, le Terme di Ferrara (pubbliche) e le Terme Lomuscium (private), raccontano la quotidianità della Canosa romana: mosaici, affreschi, sistemi idrici sono visibili sul posto o conservati nel Museo Archeologico di Palazzo Sinesi. Proprio questo museo è una tappa obbligata: custodisce i celebri vasi policromi di Canosa, capolavori dell’arte ellenistica, provenienti dalle sepolture più raffinate. Nel centro si possono ammirare anche i resti di una domus romana del I secolo, con pavimenti musivi e pareti decorate, e numerosi palazzi di epoca medievale e moderna, che testimoniano una continuità urbana rara in questa parte d’Italia. Ciò che rende Canosa unica è il suo carattere diffuso: qui l’archeologia non è racchiusa tra recinzioni e biglietterie, ma si incontra a ogni angolo, tra piazze, vicoli, parchi e panorami. Una meta ideale per il turismo culturale, ma anche per chi desidera rallentare, immergersi nella storia senza rinunciare alla bellezza della Puglia più autentica.