Ripartenza poli universitari e lavorativi, è allarme traffico. Il piano per scongiurare il rischio paralisi

Foto da ilsussidiario.net

Ripensare le grandi piazze come spazi da vivere, più biciclette e monopattini con ciclo-stazioni alla fermata della metropolitana e in stazione. Ma non solo, anche percorsi protetti e lunghi per chi arriva in bicicletta o a piedi. Sono solo alcune delle proposte lanciate in un piano coordinato dai Mobility Manager Matteo Colleoni e Stevano Porro, rispettivamente l’uno dell’università Bicocca e l’altro Stefano Porro, di Pirelli, azienda limitrofa. L’idea è quella di rendere l’area della famosa università una vera e propria “Zona 30”, più vivibile e “più lenta”.

Il progetto, hanno spiegato gli ideatori, è scaturito dalla necessità di trovare risposta ad una ripartenza post lockdown che vedrà, secondo gli esperti, il 70% dei lavoratori rientrare in auto preferendo i mezzi personali a quelli pubblici, incrementando notevolmente il traffico e dunque il rischio inquinamento.

“Riteniamo importante rafforzare in un quartiere con un importante polo universitario e imprese innovative, gli interventi di supporto alla mobilità attiva, a piedi e in bicicletta, e alla micro-mobilità elettrica. La pandemia cambierà le scelte di lavoratori e studenti sui mezzi di trasporto da utilizzare, ci sarà un aumento del traffico veicolare e quindi la necessità di puntare anche la mobilità dolce. Ma dovremo essere pronti, con collegamenti sicuri. Abbiamo indicato gli interventi necessari. E il quartiere Bicocca potrebbe diventare un modello per la città” – hanno spiegato Colleoni e Porro durante un’intervista.

Sono oltre 40mila le persone che, infatti, passano per quella zona. Un traffico notevole che, con la ripresa della normalità, potrebbe costare caro alla questione ambientale, di cui tanto si sta discutendo in questi mesi di pandemia.

“I dipendenti di Pirelli che oggi lavorano in sede sono il 40% su 1700. Ma la quota di chi prende l’auto per andare a lavorare potrebbe passare dal 20 al 70%. Secondo le nostre previsioni nel prossimo autunno sarà presente nel quartiere un numero più consistente di studenti e lavoratori rispetto al periodo di lockdown, sebbene ancora inferiore a quello del periodo pre Covid-19, circa un terzo. Questa minore popolazione si sposterà molto di più con l’autovettura privata rispetto a prima, almeno tre volte di più, causando una presenza di automobili simile a quella preesistente. Nell’ipotesi, auspicata, di un ulteriore aumento delle presenze è elevato il rischio di superare il numero di auto, già consistente, della fase pre Covid-19”- hanno spiegato ancora i coordinatori del progetto.

Il piano per la mobilità, presentato a Comune e Regione, ha però obiettivi più ampi, ovvero quello di essere d’esempio per spronare altre città a ragionare in termini ecologici educando studenti e lavoratori a ripensare la mobilità, fattore possibile, hanno sottolineato gli stessi, se l’esempio parte dalle istituzioni. Secondo i Mobility Manager, infatti, è necessario imparare dal momento storico iniziando, sin da subito, a cambiare radicalmente le proprie abitudini. Il rischio che, sia con la pandemia in corso, sia in futuro, la gente potrebbe preferire l’auto personale ai mezzi pubblici è infatti altissimo. Molti esperti hanno lanciato l’allarme sottolineando quanto questo aumenterà il traffico e di conseguenza l’inquinamento ambientale.

“L’anno scorso abbiamo svolto un’indagine e il 10% dei lavoratori avrebbe scelto le due ruote, in condizioni di sicurezza. Pensiamo anche a interventi sulle piazze e sul verde, perché Bicocca sia un quartiere più vivibile e lento. Era stato progettato con grandi arterie, che favoriscono la mobilità veloce e aree vaste un po’ dispersive. Ora per effetto della pandemia ci aspettiamo un incremento degli spostamenti con mezzi privati, in auto ma anche in bicicletta e a piedi. Dobbiamo essere pronti, attrezzando vie e marciapiedi. Chi utilizzava i mezzi pubblici potrebbe anche passare alla mobilità dolce, la quota di chi si muove in bici può aumentare e arrivare al 15%. L’ago della bilancia sono anche gli studenti. Le scelte dei 34 mila universitari saranno decisive. Occorre prevedere che cosa accadrà quando l’ateneo e il quartiere torneranno a popolarsi. Oggi si muove in bici il 6% dei nostri studenti, se saremo pronti quel numero può almeno raddoppiare” – hanno concluso gli esperti.

Insomma, ripensare e cambiare la mobilità è possibile, anche in questo periodo in cui, studenti e lavoratori sono più spronati, a causa del rischio contagi, a preferire l’automobile personale. L’obiettivo, stando a quanto dichiarato dagli stessi, è che il progetto ideato per la zona Bicocca possa divenire prima un modello per la città, poi anche per tutte le altre zone urbane d’Italia dove il rischio di inquinamento è altissimo.

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