Da Barletta al Porsche Italia Carrera cup: Benny Strignano, pilota pugliese, racconta esordi e obiettivi futuri

Giovane, determinato e pronto a lottare con grinta e senza paura per poter realizzare i propri sogni. Parliamo di Benedetto “Benny” Strignano, pilota barlettano classe ’98 cresciuto, così come racconta lui stesso “a pane e motori” che dal prossimo 6 giugno gareggerà nel più importante campionato di velocità italiano, organizzato da Porsche Italia, il Carrera Cup.

Quello del Carrera Cup è, indubbiamente, uno dei migliori trampolini di lancio per l’avvio della carriera semiprofessionistica nel settore: come è nata la sua passione per l’automobilismo sportivo?

Mio papà correva, mi sono appassionato a questo sport perché lo guardavo gareggiare. Ha fatto una quindicina di anni di campionati italiani, tra gare in salita e Cvt. Inoltre, noi abbiamo un Kartodromo a Margherita di Savoia, in provincia di Barletta. Sono nato e cresciuto nel mondo dei motori sostanzialmente. Ho iniziato da piccolissimo a correre.

Ci racconti dei primordi…

Ho iniziato, un po’ come tutti, con i Kart. Avevo sei o sette anni. Fondamentalmente il Kart l’ho sempre fatto a livello amatoriale. Il Kart è scuola ed è importantissimo per proseguire sulle auto. Mi sono allenato duramente, per me è stata una vera e propria gavetta, prima nel karting, poi nelle corse turismo del sud Italia. Nel 2019 è arrivato un importante traguardo, quello della vittoria nel talent “Karting Operazione Trionfo” che mi ha consentito di disputare il Campionato del Mondo di kart nella classe regina, la KZ1.

Dopo quell’esperienza ci sono stati moltissime altri traguardi. Fino ad oggi, qual è il suo ricordo più bello su pista?

Sicuramente la vittoria che abbiamo ottenuto quest’anno in Bahrein, nella classe Gt4, alla 12 ore del Golfo. Una dodici ore endurance, ma comunque gara a squadre. Arrivare lì e vincerla è stata un’emozione grandissima. Sogno di vincere il campionato, ma sono un novello a questi livelli. Ora sto facendo il Porsche Carrera Cup Italia a bordo di una 991 Gt3 Cup. Vogliamo continuare la crescita iniziata a metà campionato l’anno scorso, perché ho fatto solo le ultime 3 gare del 2020. Quest’anno, grazie agli sponsor, abbiamo avuto la possibilità di fare l’intera stagione. L’obiettivo adesso è portarsi avanti, fare qualcosa di più concreto.

Lei parla molto al plurale, nell’automobilismo sportivo molto spesso però si pone l’accento soprattutto sul pilota mettendo in secondo piano il team: quanto è importante per lei il suo team e quanto fa la differenza nelle sue performance?

Sostanzialmente, credo di essere in una delle migliori squadre d’Italia, sono dei professionisti al 100%. Il team che mi segue è Villorba corse, con i centri Porsche Roma, autocentri Balduina. Per me è importantissimo che ci sia un buon feeling con la squadra, che non manchi il rapporto di amicizia con i meccanici e gli ingegneri. Bisogna essere prima amici e poi lavorare insieme. Mi trovo molto bene sotto tutti i punti di vista, così è stato sin dal primo momento. Non li cambio con nessuno: bisogna avere uno staff che crede nel pilota e nelle sue potenzialità, altrimenti non si conseguono risultati.

Parlando di sogni e risultati, in Puglia non è sempre facile sognare di poter diventare piloti, in molti infatti spesso per seguire determinate carriere scelgono di trasferirsi in altre regioni. Lei invece è pugliese e sta realizzando il suo sogno restando in Puglia…

Se un domani dovessi avere successo, tornerò sempre qui, a Barletta in particolare. Sono sicuramente motivato anche dal fatto che ho una struttura, ma sogno di portare avanti una vera e propria cultura dei motori. Abbiamo tanto calcio e pochi motori, mi piacerebbe espandere la struttura e creare un vero e proprio polo per avvicinare nuove persone, nuovi giovani, potendo dare loro anche un’istruzione che un domani possa essere portata in strada, per guidare in sicurezza.

Da Barletta al Carrera Cup, senza mai arrendersi insomma: come sta vivendo la possibilità di poter gareggiare in una competizione tanto importante?

L’anno scorso, sarò sincero, avevo solo il budget per fare le ultime tre gare. Abbiamo cominciato nel fare queste, sperando che quest’anno riuscissimo a concludere un budget per fare l’intero campionato. La possibilità di gareggiare mi è stata data sicuramente dai miei sponsor. Quello dell’automobilismo, si sa, è un mondo molto costoso. Non avendo la possibilità in famiglia, come magari altri piloti, di arrivare lì, pagare la macchina salirci e fare la gara, era sempre un sogno troppo lontano. Ma non mi sono arreso e, grazie al sostegno dei miei sponsor, siamo riusciti a raggiungere questo traguardo. Questo è un anno brutto sotto il punto di vista della pandemia, ma è positivo per me perché è accaduta una cosa che speravo da tempo. Con mio papà guardavamo in tv gli altri gareggiare e ci ripetevamo che non sarebbe stato possibile esserci, invece, ci siamo. E’ stato un traguardo raggiunto da entrambi, lui è un grande sostegno, non ci si arriva da soli.

Ha già idea di quelli che saranno gli avversari che incontrerà sul circuito del Carrera Cup?

Il Porsche Cup, a differenza di altri è un campionato di specialisti perché la Porsche, come tutti sanno è l’auto Gran Turismo più difficile da guidare. Difficilmente uno ci arriva il primo anno e riesce a conseguire dei risultati dominando il campionato. Le gare sono disputate da gente specialista, che ha tanti anni di carriera in questo campionato e soprattutto conosce bene i circuiti e la macchina. Si tratta di competizioni in cui, fino all’ultimo giro non si sa mai chi vince. I miei avversari li conosco, sono in buoni rapporti anche con Simone Iaquinta che è il campione italiano, sono molto amico con tutti i miei avversari. Avversari in pista, amici nella vita. E’ importante che sia così.

Visto il momento storico delicato, lei è stato fermo parecchio tempo a causa dell’emergenza sanitaria. Come è stato quel periodo, il fatto di non poter gareggiare e la ripartenza che l’ha portata al traguardo del Carrera Cup?

E’ stato un periodo difficile, ma fortunatamente non sono mai stato fermo. Nonostante tutto, tra palestra e Kartodromo, ho potuto continuare il mio allenamento con costanza. Due settimane fa siamo tornati, abbiamo fatto due giornate di test, una a Misano Adriatico, l’altra a Monza. Sono stati test molto positivi, segno che il duro lavoro ripaga. Possiamo essere molto competitivi. Quello che manca, sicuramente, è il pubblico. C’erano eventi con 40mila spettatori, questo manca molto, ma poter tornare a correre è già tanta roba.

Lei è giovane ed è anche un grande sognatore: quali sono i suoi obiettivi futuri nell’automobilismo sportivo?

Dopo il Carrera Cup vorrei affermarmi a livello nazionale. Una volta raggiunto questo traguardo, sicuramente si apriranno porte a livello europeo e a livello mondiale e sicuramente potrà essere anche più facile sognare una carriera all’estero. Il mio sogno più grande è però quello di partecipare al mondiale Porsche, il super Cup che va di pari passo nei weekend con la Formula 1.

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