Auto e giovani: crollano i dati sui veicoli di proprietà in favore delle nuove mobilità

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Solo il 12% degli under 25 possiede un’auto di proprietà e il parco veicolare italiano è ancora troppo vecchio e inquinante, soprattutto al sud, ma i giovani si avvicinano alle nuove forme di mobilità. E’ quanto emerge dal rapporto “Autoritratto 2020”, la pubblicazione statistica dell’Aci che fornisce una fotografia esatta del parco veicolare di regioni, province e comuni.

I dati emersi, si riferiscono, in particolare, al 31 dicembre 2020. La situazione, nel quadro che sarà effettuato nel dicembre 2021 potrebbe subire qualche lieve cambiamento. Ma andiamo per gradi. Per molti cittadini, soprattutto per i giovanissimi, l’auto di proprietà è ancora un miraggio. I dati delle auto di proprietà stanno infatti crollando a causa dei costi di gestione, che sono ancora molto alti da sostenere, soprattutto per i giovani. Proprio per questa ragione però iniziano a diventare più preponderanti le nuove forme di mobilità: dai monopattini alle bici, sino a passare per le automobili in sharing, i giovani preferiscono sempre più il sistema della condivisione, piuttosto che l’auto di proprietà. Il dato è positivo, ma c’è un dettaglio che ancora non fa voltare pagina rispetto agli obiettivi riguardanti la mobilità sostenibile.

Il parco auto circolante in Italia, stando ai dati, è ancora troppo vecchio e inquinante. In particolare, 3,8 milioni di auto, dunque una su dieci, sono state immatricolate prima del 1993. Nella maggior parte dei casi si tratta di auto Euro a 0 che contano, ormai, almeno 28 anni di vita trascorsa su strada. Tra le regioni con il parco auto più anziano ci sono Campania, Sicilia e Calabria. Ai primi posti, dunque con dati nettamente migliori, ci sono invece Trentino Alto Adige, Val D’Aosta e Veneto. In questo scenario, le auto ibride, elettriche, a Gpl e a metano, rappresentano solo il 10,7% del totale circolante. Si tratta di un leggero aumento rispetto al 9,8% del 2019. Le regioni più verdi, stando ai dati, sono Marche, Emilia Romagna e Umbria. Agli ultimi posti ci sono invece Valle D’Aosta e Molise. Più nello specifico, le auto elettriche, di fatto, rappresentano solo lo 0,1% del parco circolante, se si considerano anche le ibride però, nel 2019 e 2020 si è registrato un aumento del 67%, con picchi elevati soprattutto in Basilicata e Val D’Aosta.

Si tratta di dati allarmanti se si considerano gli obiettivi dell’Unione Europea che conta, nei prossimi anni, di ridurre sempre più il parco auto tradizionale per avvicinarsi non solo alla cultura della mobilità elettrica, ma anche all’ottenimento di un risultato ben più ambizioso: quello della decarbonizzazione. Ad oggi, stando ai dati, con lo 0,1% del parco circolante elettrico in Italia, la sfida, almeno per lo stivale d’Europa, sembra farsi più complicata.

 

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